lunedì 31 ottobre 2011

Torino 1/11 - giornata mondiale Vegan - evento divulgativo

Torino, piazza Castello-  dalle 10.30  alle 18.00  (circa ) 

In funzione dei partecipanti (e quindi delle braccia e quindi del materiale che si potrà esporre che non si materializza e smaterializza da solo nel luogo dell'evento) si deciderà come impostare l'evento. Evento il cui fine è di far comprendere ai passanti che la scelta vegan, intesa come scelta di non violenza, è uno dei più grossi strumenti in mano ad ognuno di noi per dare un immenso contributo all'abolizione dello sfruttamento animale e quindi dell'immane sofferenza inflitta agli sfruttati.

Chi intende partecipare scriva a carmagnola08@gmail.com. 

Astenersi indecisi,perditempo e paccari cronici :-)) Non servono nemmeno attivisti canguro (quelli che faccio un salto), MA GENTE CHE SI PRESTI A MONTAGGIO E SMONTAGGIO MATERIALI ( quindi o all'inizio o alla fine si dia da fare), non servono quelli che "passo a salutarvi, perchè gli animali dei saluti "a noi" non se ne fanno un fico; NON servono quelli che vengono e non manifestano. Il presidio non è un BAR a cui vi recate per fare due chiacchere sui massimi sistemi. Non servono quelli che tirano pacchi. In caso di pioggia non si farà. Termine adesione: 29/10 

1 commento:

  1. TEstimonianza
    1/11/11 world vegan day



    A Torino abbiamo potuto godere di una deliziosa giornata di sole con mite temperatura che ha portato in piazza Castello tante persone. Avevano l'unico obiettivo di farsi una serena passeggiata e quindi erano molto ben disposte ad una conversazione su temi “alternativi” come il veganismo.



    Siamo stati sempre oltre venti attivisti: questo ha voluto dire moltissimo in termini di risultati e di contatto con il pubblico che, ove interessato, ha potuto essere seguito in maniera capillare.



    Come sempre il lavoro più importante lo ha fatto il televisore grosso che ha portato in piazza quello che nessuna tv fa vedere: il doloroso retroscena di un pezzo di carne. Alla vista di certe immagini pochi spettatori restavano indifferenti. Una signora è scoppiata a piangere vistosamente. Era quindi molto facile attaccare discorso con loro partendo da ciò che avevano appena visto.

    Molti ovviamente si accontentavano del volantino , parecchi invece si sono avvicinati al tavolo per prendere del materiale di approfondimento sul perchè della scelta vegan e sulle cose da sapere per intraprendere con naturalezza il percorso che porta a una vita senza uccisione di animali.

    Come si vede dalla foto, il tavolo di quest'anno è stato impostato principalmente sui motivi etici che portano al veganismo. Ci siamo resi conto che sono quelli meno negoziabili e che, in un mondo oppresso dalla violenza, fanno più effetto (specie quando spieghi il legame indissolubile fra violenza sugli animali e violenza sugli uomini).

    Davanti alla domanda “uccidere è cosa buona?” non esiste un'altra risposta che un NO. Lo stesso onnivoro, quando cerca di condizionare il suo “no“(ad esempio dicendo “dipende da chi si uccide”) parla con scarsissima convinzione e si accorge che la sua arrampicata sui vetri è frutto di una ipocrisia. Se ne accorge”lui” mentre lo dice e te ne accorgi “tu” perchè cambia tono.

    E' poi fatto ultimamente ricorrente che l'ultima spiaggia dell'onnivoro (ma la prima dei mussulmani e martedì ne ho fermati parecchi) è :“Dio ci ha dato gli animali perchè ce ne servissimo”.

    Davanti a tale paravento non conviene assolutamente mettere in discussione l'esistenza di Dio: molto più opportuno sfruttare questa esistenza .

    Davanti ad una replica del tipo “Dio è Amore. Solo un falso Dio ammette che si possa far soffrire chi ha la capacità di soffrire. Un Dio sanguinario è chiaramente un Dio inventato” i mangiacadaveri si trovano regolarmente nel vicolo cieco.

    Suggerisco a tutti questa risposta (ovviamente bisogna anche saperla un po' argomentare), perchè è quella che sembra aprire più di altre un varco mentale. Si accende una fiammella: lo sfruttamento animale è un fatto NON accidentale, ma volontario causato dall'uomo e dalla sua violenza, ma NON certo con il beneplacito di un Supremo. Ed ecco che, senza il beneplacito del Supremo (quello che un secondo prima il tizio aveva citato come suo ispiratore nello sgozzare agnelli) il divoratore di costine perde di molto la sua sicurezza e, soprattutto, la sensazione di “essere nel giusto”.

    Questo è quello che ho imparato da questo tavolo.

    Luisa

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